Natale 1983

Natale 1983

Lc, Mt, Mc Gv non sono degli inventori. Circolava in forma orale o scritta e scelgono il loro materiale redazionale. Per Lc le fonti sono molte e per i Vangeli dell’infanzia sono fonti – arcaiche! Stile biblico molto accurato. Perché ha aggiunto questi capitoli? Per ora basta vedere se sono in armonia con il resto del racconto.

Cfr rapporto Gv B. – Gesù 3, 1-37

Così Lc 1-2

Per dirci chi è Gesù. =

2 annunciazioni – 2 nascite

2 Madri

Prima pista di lettura:

racconti su Gv : chi è nel disegno divino

chi è Gesù nel disegno divino

Basta leggere il testo così com’è

Seconda pista: fa forza sul carattere arcaico e biblico dei testi. Non cita esplicitamente il V.T. ma quello che narra è evocativo, fascio di rimandi alla scrittura.

Questo porta in primo luogo a un atto di fede: la storia che qui viene narrata è una storia di salvezza. In secondo luogo poi ci conduce a capire meglio chi è Gesù e il senso di essere discepoli, a capire la posizione di Maria nella storia della salvezza e a conoscere i veri destinatari del Vangelo.

Genere letterario

E’ un midrash. E’ un tipo particolare di predicazione.

Esporre con richiami biblici il senso di un nuovo evento e di capirlo nella cornice storia della salvezza.

“Ho visto Abramo” – il vagabondare biblico di Abramo l’aiuta a capire il senso della vita, oggi, di tanti uomini. Si dice aggadah = predica che cerca di dare il senso oggi di un evento sulla base di una rilettura della Bibbia = midrash aggadico

(midrash halakah) = camminare secondo l’insegnamento biblico

Lc e le sue fonti, intende esporre alla luce di Pasqua e servendosi della Bibbia, il senso per noi di alcuni fatti che hanno relazione con l’infanzia di Gesù = midrash aggadico.

Nascita di Gesù cfr Nascita di Gv

20 vv. nascita + gioia 2 vv.

1 v. Circoncisione 8 vv.

Ecc.

E’ nato Gesù (2, 1-7)

Raccontare i fatti e darne il senso. In 2 modi:

1) Raccontare i fatti usando frasi dell’AT

2) aggiungere al racconto un altro racconto che sia interpretazione del primo. E’ il nostro caso perché il racconto della chiamata dei pastori interpreta come storia di salvezza la nascita di Gesù.

1, 5 In Gv B Confini Palestinesi

2, 1 Ora il quadro nazionalistico non regge +. L’orizzonte si allarga Siria – Roma

Ora sappiamo che Gesù Maria Giuseppe appartengono a un popolo oppresso. All’interno di questo popolo sono degli emarginati 2, 7 G.

Cfr contrasto con Gv B.

Annunzio 2, 8-20

Qui non ci si limita a dire che è nato un bambino, scopo non è l’informazione, ma quella di dare il senso, nella storia della nascita di Gesù.

2, 11 Il senso fondamentale essenziale cfr v.11 che in poche parole riassume le antiche profezie .

2 Sam 7,12-16; Is 9,6

L’annunzio è già preparato

Giuseppe = discendente di David: Betlemme = città di David; Giuseppe è lì con Maria incinta;

Dio gli darà il trono di David 1,32, potente salvatore 1,69; il Signore 1,43

Ebbene ora si dice che l’annunzio è realtà. Altro titolo Messia = atteso da Dio.

E’ il titolo pasquale di Gesù At 2,36.

E’ un atto di fede della comunità

Destinatari : i pastori e noi.

Da chi ricevono l’annunzio della salvezza? L’intenzione di Lc è qui evidente: la conoscenza della salvezza non è data da un’indagine umana, ma dalla rivelazione; l’annunzio della salvezza viene da Dio. Così l’hanno inteso i pastori 2, 15. I pastori sono andati oltre l’apparizione dell’angelo e hanno saputo interpretare la luce sfolgorante che li avvolse come segno della presenza di Dio; nella fede hanno riconosciuto che Dio è intervenuto nella storia, e nella stessa fede sono andati al di là delle apparenze materiali di un bambino adagiato in una mangiatoia e hanno costatato come tutto era avvenuto “proprio come l’angelo aveva detto”

Sono costatazioni che hanno un peso per noi. Dalla storia possiamo solo sapere che a Maria sposa di Giuseppe è nato un bambino; possiamo anche dire che lo hanno dovuto adagiare in una mangiatoia e che certi pastori hanno avuto alla sua nascita un’esperienza religiosa.

Ma il testo, l’annunzio che ci dà Lc vuole portarci oltre questi dati concreti per riconoscere nella fede, che Gesù, il figlio di Maria, è il Salvatore, il Cristo, il Signore, colui che compie le promesse fatte a Davide. A noi questa fede è possibile perché Cristo è risorto.

2,7a : Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia

23,53a : Lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba

2,9a Un angelo del Signore……. di luce

24,4 Ecco due uomini vesti sfolgoranti

2,9b Essi furono presi da grande spavento

24,5a Essendosi le donne impaurite

2,10 Ma l’angelo disse loro

24,5b Essi dissero loro

2,11 Un salvatore che è Cristo Signore

24,6 Non è qui è risuscitato

2,16 Andarono e trovarono

24,3 Ma entrate non trovarono

2,17 E dopo averlo visto riferirono ciò che era stato loro detto

24,9 E tornate al sepolcro annunziarono tutto questo

2,18 Tutti quelli che udirono si stupirono

24,11b Non credettero ad esse.

2,19 Maria da parte sua serbava queste cose

24,8 Ed esse si ricordarono delle sue parole

Il Cristo è il re pacifico che muore per salvarci; è il Dio uomo che ha sentito la fatica, che ha avuto sete, che è passato attraverso la sofferenza fisica, provando anche l’esperienza radicale dell’uomo, la morte, per recuperare l’intero essere umano alla divinità. In questo senso la nascita del Cristo è il punto di partenza e di direzione della storia: è l’unico evento in grado di darle un senso; è l’unico evento che può conferirle la sicurezza di gravitare verso la vita e non verso la morte.

Un annunzio provoca sempre una reazione, e se essa è positiva porta chi lo accoglie ad essere a sua volta annunziatore e a suscitare in altri un senso di meraviglia e di attesa. Lc ci viene ad annotare questo, perché vuole a poco a poco delineare l’immagine vera del discepolo. Certamente

Quando parla della reazione dei pastori, della gente e di Maria dice qualcosa di connaturale con il clima di quella notte, ma no si limita a dare semplici informazioni. Egli sta predicando alla sua comunità come già ha fatto 1, 65-66 e farà, vuol coinvolgere la vita dei suoi immediati e lontani lettori. Caratteristiche del discepolo sono l’ascolto e la meditazione dell’annuncio (cfr Maria), e infine l’impossibilità di tenerlo per sé, la necessità di comunicarlo agli altri. Come Dio l’ha fatto conoscere a noi, così è necessario che noi lo facciamo conoscere ad altri. Così hanno agito i pastori. 2, 15-17

Cfr Pastori – emarginati + pastori torre del gregge.